Giurista di grande levatura, introdotto nello studio del diritto, nell'attività accademica e forense prima di entrare nella Compagnia di Gesù, è stato per quasi un quarantennio attento osservatore degli sviluppi dell'esperienza giuridica italiana, ed in particolare delle evoluzioni della rilevanza giuridica del fattore religioso, da quel privilegiato posto di rilevazione, di critica e di riflessione che è La Civiltà Cattolica. Non c'è grande o piccolo problema a livello legislativo, amministrativo, giudiziario, a livello dello stesso dibattito politico, attinente alla sfera religiosa, su cui padre Lener non venga a dire, con la competenza universalmente riconosciutagli, la sua.
Memorabili i suoi scritti nell'ardente periodo dell'elaborazione della Carta costituzionale; alcuni interventi degli anni cinquanta, spesso in relazione a casi giudiziari che sono anche il simbolo delle contrapposte e vivaci passioni del tempo; gli studi e le polemiche degli anni sessanta e settanta, quando si imbastiscono e si conducono a compimento le grandi riforme del diritto di famiglia, della scuola, della sanità, dell'assistenza ecc. — che, per diversi profili, possono toccare il sacrario delle coscienze o i sacrosanti diritti della libertas Ecclesiae. Intransigente sui principi, serrato nella corazza di un'ortodossia che è nella migliore tradizione della sua famiglia religiosa, padre Lener è peraltro sapientemente aperto ai nuovi problemi emergenti. Quasi alla vigilia della sua dipartita, dinanzi ad una sconcertante vicenda giudiziaria penale, non esitava a scrivere: «Quel che vogliamo, invece, proclamare alla fine di queste note è che pur non approvando l'ssurdo precetto dei testimoni di Geova, né il compartamento degli imputati in osservanza al medesimo — una società, una "coscienza collettiva", la quale ha "liberalizzato"; e finanzia gli aborti, conferendo alle donne il potere di violare direttamente e volontariamente il diritto alla vita dei loro figli, questa società non ha il diritto di condannare a i 4 anni di reclusione due poveri genitori, rei solo d'essersi opposti a che la figlia fosse curata con mezzi vietati dalla loro religione!». È con questa sensibilità, con gli accennati atteggiamenti cuiturali e morali, con l'esperienza lungamente maturata, con il suo serrato ed incalzante ragionamento giuridico,alle volte uniti a manifestazioni vibranti di passione meridionale, che padre Lener contribuisce, e da par suo, allo sviluppo della trattativa concordataria.
FONTE: http://www.risvegliculturali.it/wp/2012/02/il-contributo-del-padre-salvatore-lener-s-j-da-marcianise-alla-revisione-del-concordato/